In Italia In Italia Emanuele Pellucci

Le Cantine che hanno fatto l’Italia (2): Marco Felluga

Le Cantine che hanno fatto l’Italia (2): Marco Felluga

La storia dei Felluga con il vino comincia nella seconda metà dell’Ottocento quando Michele, bisnonno di Marco, l’attuale proprietario, apre una locanda e incomincia ad acquistare e commercializzare il Refosco e la Malvasia a Isola d’Istria, un tempo terra italiana. Suo figlio Marco continuò l’attività paterna ma cominciò anche ad acquistare vigneti e ad allargare il mercato trasportando in barca fusti di vino istriano al di là del golfo, cioè a Grado, dove per un certo periodo la famiglia si stabilì. Si arriva finalmente al secondo dopoguerra, capofamiglia era Giovanni Felluga, padre di Livio e di Marco, che dopo essere stato costretto ad abbandonare l’Istria passata sotto la Jugoslavia, decide di stabilirsi nel vicino Collio.

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Il World Trade Center di New York dove Marco Felluga è stato protagonista di molti tasting

«La famiglia resta unita fino al 1956», ci racconta Marco, 83 anni (Livio ne ha 96, auguri!), «e così anche l’etichetta con la dicitura Felluga, dopodiché io e Livio decidiamo di creare due aziende distinte, io nel Collio e lui nei Colli Orientali del Friuli, anche se per un certo periodo collaboriamo per gli acquisti di macchinari e attrezzature». E le esportazioni, invece, quando iniziano? «Praticamente poco dopo la creazione dell’azienda, sul fi nire degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta. Il mio primo viaggio di lavoro per cercare di proporre i miei vini lo feci a Monaco di Baviera. Certo, era molto dura vendere vino italiano perché non ci conoscevano affatto. Il nostro era davvero pionierismo, bisognava fare dell’apostolato. Con gli importatori e i distributori finché discutevamo di vino rimanevano, per così dire, asettici; poi quando ci sedevamo a tavola e cominciavano a berlo, allora si aprivano gli animi e le porte. Erano vini in gran parte bianchi, con qualche eccezione per i rossi».

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Il produttore premiato a Londra durante una degustazione da Christie's

Nel 1967 accanto alla linea Marco Felluga nasce la Russiz Superiore, grazie all’acquisizione di questa antica proprietà sulle colline di Capriva del Friuli, già nota in passato per la produzione di ottimi vini. Per questa sua nuova linea Marco voleva un’etichetta particolare. «La soluzione la trovai», ci dice, «un giorno che ero a Milano nell’enoteca di Angelo Solci. A un certo punto lo sguardo mi cade sull’elegante etichetta del Tignanello. “Bella questa: la voglio anch’io”, dico ad Angelo. “So chi l’ha disegnata, è l’architetto Silvio Coppola”, afferma lui. Cerchiamo il suo numero di telefono, lo chiamo e gli spiego la cosa. “Mi dispiace ma non posso: io sono un architetto che progetta città, altrimenti passo per l’architetto delle etichette e non voglio”, fu la risposta di Coppola». (In effetti, oltre a quella del Tignanello di Antinori aveva creato quelle dell’azienda chiantigiana Felsina e di Bruno Ceretto). Marco Felluga non si scoraggia, chiama al telefono Luigi Veronelli e gli dice: «Senti Gino, c’è l’architetto Coppola che non mi vuole fare l’etichetta del Russiz Superiore, puoi provare a parlarci tu?». Alla fine Coppola acconsentì!

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Marco con il noto ristoratore e presidente Ais Dino Boscarato

Dopo la Germania arrivano altri mercati, soprattutto quelli di lingua tedesca, Austria e Svizzera, ma anche quelli del Nord Europa e a seguire gli Stati Uniti e, già negli anni Ottanta, alcuni Paesi asiatici. E a proposito del mercato americano è interessante sentire da Marco un curioso aneddoto risalente agli anni Ottanta. «Avevo trovato un buonissimo rappresentante che faceva un ottimo lavoro. Però mi ero reso conto che lo faceva in un modo un po’ strano, cioè stampava un librone con tutte le referenze, lo mandava in giro per gli Stati e poi arrivavano gli ordini. Senonché un giorno mi accorgo che le mie bottiglie erano in vendita anche dal fruttivendolo, e questo non mi piaceva. Il nostro è un vino particolare, gli spiego, e non voglio che sia acquistabile in qualsiasi negozio. Morale: lo lascio, e vado da un altro che importava i grandi vini francesi e serviva l’alta ristorazione. Comincia a lavorare bene e quindi mi ritengo soddisfatto. A un certo punto, però, sento dire che la società è in vendita, il che mi preoccupa non poco perché finalmente avevo trovato l’importatore giusto. Vuol sapere come andò a finire? La società fu acquistata proprio dal tizio che avevo prima! Decisi di troncare e di affidare la distribuzione a diverse società nei diversi Stati».
Nella sua lunga carriera Marco Felluga ha ricevuto molti premi e riconoscimenti tra cui la medaglia di Cangrande al Vinitaly. Ma uno dei motivi di maggiore soddisfazione è quello di essere stato un pioniere, insieme a Mario Schiopetto, del Collio, del cui Consorzio è stato anche presidente. «Ricordo quando nei primi anni Ottanta andavamo all’estero a presentare i nostri vini con il gruppo della Vide, un pool di una trentina di aziende di piccole e medie dimensioni selezionate da Luigi Veronelli, alla cui guida c’era Ugo Contini Bonacossi della Tenuta di Capezzana. Memorabile una degustazione da Christie’s a Londra nel maggio del 1980». Chi c’era, come chi scrive queste note, lo può testimoniare.

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Il padre Giovanni Felluga

Da diverso tempo ormai Marco ha ceduto il bastone del comando al figlio Roberto, la quinta generazione dei Felluga vinai e vignaioli. «Oggi abbiamo ampliato la nostra presenza ad altri Paesi», dice Roberto, «circa una quarantina. Ogni anno ci sono nuovi contatti, anche se riguardano piccoli mercati, ma è sempre importante essere presenti con i nostri vini. Un occhio particolare lo abbiamo prestato negli ultimi tempi verso i mercati cosiddetti emergenti, come India, Brasile e Cina, dove vendiamo già dal 2004. Nonostante la crisi, stiamo lavorando bene negli Stati Uniti, in Russia è cresciuta la professionalità, mentre dobbiamo trovare nuove soluzioni per il Giappone dopo il recente disastro».
Il vino in assoluto più richiesto, a detta di Roberto, è il Pinot grigio, sia della linea Marco Felluga sia di Russiz Superiore. Molto apprezzati sono anche i Sauvignon, Friulano, Ribolla gialla e Collio bianco.

1956 I fratelli Livio e Marco Felluga iniziano un percorso autonomo fondando due diverse aziende vitivinicole.

1960 Prime esportazioni in Germania.

1967 Marco Felluga acquista Russiz Superiore sulle colline di Capriva del Friuli e ne fa il fiore all’occhiello della proprietà.

1978 Numerosi sono i riconoscimenti ricevuti da Marco Felluga.

2004 La Cantina  si apre ai cosiddetti  mercati emergenti e inizia a esportare le sue etichette anche in India, Cina e Brasile.

OGGI Export: 50% – Bottiglie più esportate: Mongris Collio Pinot grigio, Collio Sauvignon, Collio Friulano, Collio Molamatta, Collio Merlot – Primi mercati: Stati Uniti, Russia, Germania, Inghilterra e Svizzera.

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© Riproduzione riservata - 10/06/2011

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