Le Cantine che hanno fatto l’Italia (2): Leone de Castris

Le Cantine che hanno fatto l’Italia (2): Leone de Castris

Un’origine antica e nobile quella che è alle spalle dell’azienda salentina Leone de Castris, fondata nel 1665 dal duca Oronzo Arcangelo Maria Francesco conte di Lemos (nipote di Ferrante e Francisco, entrambi viceré spagnoli in Italia). Già agli inizi dell’Ottocento la Cantina inizia a esportare vino sfuso negli Stati Uniti, in Germania e in Francia. Saranno poi Piero e Lisetta Leone de Castris a cominciare, nel 1925, la commercializzazione dei primi vini in bottiglia.

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Piernicola con la sua famiglia: la mamma Marisa, la moglie Alessandra e i loro figli Marialuisa e Piersalvatore

Nel 1943 nasce il Five Roses, il prodotto più conosciuto e anche il primo vino rosato a essere imbottigliato e commercializzato in Italia e da subito esportato negli Stati Uniti. «La storia di questa etichetta è ricordata ancora oggi in azienda come uno degli eventi più signifi cativi nel percorso plurisecolare della stessa», ci spiega Piernicola Leone de Castris, nipote di Piero e attuale direttore generale.
«Esiste, infatti, una contrada nel feudo di Salice Salentino che si chiama Cinque Rose, nome dovuto al fatto che per intere generazioni i Leone de Castris avevano ciascuno, con incredibile costanza, cinque fi gli. Sul fi nire della guerra il generale americano Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle forze alleate, chiese una grossa fornitura di vino rosato, le cui uve provenivano proprio dal feudo Cinque Rose. Ma il generale voleva un vino dal nome inglese, e non ci si mise molto a trovarlo: nacque così il Five Roses».
Chi ha contribuito notevolmente allo sviluppo della Leone de Castris, alla sua internazionalizzazione, così come alla diffusione dei vini salentini in generale, è stato il cavaliere del lavoro Salvatore, figlio di Piero e padre di Piernicola. Presidente per molto tempo della Camera di commercio di Lecce, unico presidente meridionale dell’Unione Italiana Vini, ha anche il grande merito di aver creato nel 1954, con il padre Piero, il Rosso Salice, contribuendo in modo determinante alla nascita della Doc Salice Salentino nel 1971. Sul piano dell’export, Salvatore ha aperto, dopo gli Stati Uniti, nuovi mercati, prima in Europa, a cominciare da Germania e Inghilterra, per continuare con il Sud America e infine l’ Asia. In Giappone i vini della Leone de Castris erano presenti già alla fine degli anni Settanta.

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Lavoranti all'interno dell'azienda negli anni Cinquanta

«Se il Salento è famoso nel mondo», continua Piernicola, «lo deve principalmente a noi, che siamo stati i veri pionieri, poi seguiti dalle altre Cantine. Ciò è storicamente certo e documentabile. La nostra è un’azienda che da secoli lavora in Puglia e solo prodotti pugliesi. Per qualcuno questo potrebbe essere un limite, ma per noi è una peculiarità poiché la nostra mission è la valorizzazione dei prodotti del territorio dove siamo nati e cresciuti. In defi nitiva, si può dire che noi rappresentiamo quasi 350 anni di storia che guardano al futuro».
Tutte e tre le ultime generazioni hanno girato il mondo per far conoscere i propri vini salentini, perfino Piero, seppure già anziano, ha partecipato ai primi viaggi organizzati da Civiltà del bere. Oggi è Piernicola che guida le sorti dell’azienda. «Ricordo di aver fatto il mio primo viaggio all’estero per lavoro in Belgio insieme a mio padre quando avevo 18 anni e poi di aver visitato il mio primo Vinitaly. Fin da subito sono rimasto affascinato da questo mondo dove la passione è determinante per riuscire. Senza passione non si può fare questo lavoro perché è vero che gli aspetti economici sono importanti ma è anche vero che non sono la molla principale».

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Il museo che raccoglie la storia della Cantina

Piernicola ci racconta un episodio particolarmente curioso che rientra nella filosofia del lavorare divertendosi, anche se in questo caso è vero l’inverso. «Era il 1999, non era un viaggio di lavoro bensì il mio viaggio di nozze, che alla fine però è diventato l’occasione per trovare un nuovo importatore. Con mia moglie Alessandra avevamo scelto il Portogallo, sia perché ci affascinava il paesaggio, l’ambiente e la storia, ma anche perché non vi eravamo mai stati prima. Inoltre, mia moglie lo preferiva ad altre mete perché, non avendo l’azienda in quel Paese un importatore, non sarei stato tentato di andare a visitare ristoranti ed enoteche».
E invece… «Il viaggio, della durata di due settimane», sorride Piernicola quando lo racconta, «fu in effetti molto bello; gli ultimi tre giorni erano dedicati alla scoperta della città di Oporto. Combinazione volle che il giorno prima di arrivare in città un importatore portoghese contattò la nostra azienda perché interessato ad acquistare direttamente i prodotti che invece gli arrivavano dalla Germania. A questo punto la Cantina mi chiamò e io immediatamente andai a trovare l’importatore insieme ad Alessandra che, ovviamente, non era particolarmente felice dell’improvviso cambio di programma. E così conclusi il primo di una lunga serie di ordini. In definitiva, passammo gli ultimi giorni del viaggio con il titolare di questa ditta che ci ospitò e ci fece conoscere a fondo questa bella città sulle rive del maestoso fiume Duero».
In azienda ormai da trent’anni, Piernicola Leone de Castris ha contribuito ad ampliare la diffusione dei vini di famiglia in tanti altri mercati, anche piccoli ma significativi, sia dell’Est asiatico (come ad esempio la Malesia, il Vietnam, la Thailandia e Singapore) sia del Centro (Santo Domingo e le Antille Olandesi) e Sud America (il Perù). «Ogni generazione», dice, «è logico che dia il proprio contributo».
Oltre al classico Five Roses, i vini più richiesti sono gli innovativi Donna Lisa, disponibile in versione bianco e rosso, Lemos e Messere Andrea. Piernicola è fiducioso sul futuro dell’export: «I vini italiani possono avere all’estero ancora uno sbocco molto competitivo».

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Lo stand della Leone de Castris alla Fiera nazionale dei vini di Lecce alla fine degli anni Quaranta

1665 Nelle campagne di Salice Salentino nasce l’azienda agricola della famiglia Leone de Castris.

1925 Inizia l’imbottigliamento dei vini.

1943 È l’anno del Five Roses, il primo rosato italiano a essere imbottigliato e commercializzato anche all’estero.

1954 La Casa vinicola produce le prime bottiglie del rosso Salice Salentino.

1981 Entra in azienda il giovane Piernicola, che va ad affiancare il padre Salvatore e con lui sviluppa ulteriormente l’attività aprendo nuovi mercati esteri.

OGGI Export: 50% – Bottiglie più esportate: 50esima Vendemmia Salice Salentino Riserva 300.000, Five Roses Rosato 150.000, Maiana Salice Salentino Rosso 200.000, Villa Santera Primitivo di Manduria Rosso 200.000, Medaglione Negroamaro Igt Salento Rosso 150.000 – Primi mercati: Stati Uniti, Germania, Svizzera, Inghilterra e Canada.

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© Riproduzione riservata - 09/06/2011

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