In Italia In Italia Jessica Bordoni

Le 55 Cantine all’altezza del Wine-tasting delle Aquile

Le 55 Cantine all’altezza del Wine-tasting delle Aquile

Dove osano le aquile s’intitolava un celebre film degli anni Sessanta con Richard Burton e Clint Eastwood. Quasi certamente il fondatore di Civiltà del bere Pino Khail aveva in mente questa suggestione cinematografica quando, nel 1997, coniò l’espressione Wine-tasting delle Aquile. Una locuzione poetica per definire un posto magico: il Rifugio Faloria a 2.170 metri d’altezza, location d’eccezione della degustazione finale di VinoVip Cortina. Sono passati 18 anni e dieci edizioni, ma il fascino di assaggiare il Gotha dell’enologia nazionale sullo sfondo di queste cime resta immutato. Il Wine-tasting delle Aquile si conferma l’evento simbolo della biennale, a cui partecipano personalmente tutti i produttori con i loro vini più blasonati. Durante il pomeriggio, dalle 15 alle 19, sono salite al Rifugio circa 500 persone: appassionati, giornalisti e operatori di settore. Proprio a questi ultimi abbiamo chiesto un bilancio del tasting, segnalandoci le novità più interessanti, i plus, ma anche le eventuali critiche e i consigli per i VinoVip che verranno.

Tre referenze per azienda, dal 2014 al 2001

Il gran finale di VinoVip 2015 lo scorso 13 luglio ha ospitato 165 etichette delle 55 Cantine protagoniste: tre referenze per azienda tra novità di gamma, annate in anteprima e classici apprezzati in tutto il mondo. Se la vendemmia più giovane non poteva che essere la 2014, il vino più agé si è rivelato il Brunello di Montalcino Riserva 2001 della toscana Col d’Orcia. Ma la classifica non tiene conto delle due distillerie, Castagner e Nonino, con le loro grappe Fuoriclasse e AnticaCuvée che superavano abbondantemente il decennio. Acquistando il biglietto si potevano assaggiare liberamente tutte i vini, facendoseli raccontare direttamente da chi li produce o sorseggiandoli in terrazza, immersi tra le montagne.

La presenza dei titolari e la magia del luogo

Il primo a prendere la parola è Gianni Bruno, area manager wine & food per Vinitaly e Veronafiere, tra le istituzioni che hanno collaborato alla manifestazione. «Ho partecipato a quasi tutte le edizioni, dalle prime con Pino Khail a queste ultime sotto la direzione di Alessandro Torcoli, che ha saputo mantenere viva sia la tradizione sia l’interesse per la kermesse. Lo scenario del Faloria è emozionante e spettacolare, ma la vera grande forza di VinoVip risiede nella presenza dei titolari. L’unico suggerimento che posso dare riguarda la data, che anticiperei di qualche settimana. La fine di giugno potrebbe essere il momento più adatto per tirare le somme dei primi mesi dell’anno, dopo la conclusione delle principali manifestazioni fieristiche europee come Vinitaly, ProWein e Bordeaux».

Dalla Svizzera per vivere un’esperienza unica

Ad evidenziare l’unicità del luogo anche Antonio Stopper, a capo della storica società di distribuzione di etichette italiane Stoppervini, con sede a Lugano. «Ho potuto confrontarmi direttamente con tre clienti, Bertani, Planeta e Perla del Garda. Questa degustazione ad alta quota è una bella occasione di incontro per chi fa il mio mestiere: non si firmano contratti, ma si pongono le basi per un successivo confronto. Nel 2017, mi piacerebbe tornare qui con un gruppo di grossisti svizzeri, per permettergli di vivere una tale esperienza e ritrovarsi a tu per tu con i produttori». Gli domandiamo se qualche referenza l’ha particolarmente colpito. «Difficile fare nomi in questa squadra di campioni. Ho apprezzato, ad esempio, la raffinata qualità dei vini toscani e una Cantina che non conoscevo: Tenuta L’Impostino, nel Grossetano, con i suoi Montecucco di notevole personalità».

Attenzione alle tendenze, ma VinoVip è oltre le mode

Feedback positivo anche da parte di Francesco Scarcelli, buyer di Coop Italia, che qui a Cortina dice di sentirsi un po’ a casa: «Lavoro con la maggior parte delle aziende e conosco già quasi tutte le etichette. Ma berle qui, al cospetto dei titolari, è tutta un’altra storia. Poco fa ho chiacchierato con Piero Mastroberardino: non sono cose che capitano tutti i giorni». Tra le aziende più giovani ma già affermate (nell’edizione precedente di VinoVip erano definite Challenge) lo ha colpito la Casa spumantistica Le Colture, in provincia di Treviso. «Il Prosecco costituisce un trend in continuo aumento e i loro Valdobbiadene Docg, anche nella versione Cartizze e Rive di Santo Stefano, sono davvero interessanti». Per la prossima edizione Scarcelli suggerisce di istituire una sorta di VinoVip buyers’ club, sul modello di Vinitaly: «Oggi il 70% delle bottiglie viene venduto in Gdo e sarebbe utile sviluppare dei momenti per approfondire le tematiche di consumo, ad esempio delle tavole rotonde con le aziende».

Il punto di vista dei rappresentanti Ais

Al Faloria c’era anche Marco Aldegheri, presidente dell’Ais Veneto, che ha sottolineato come questa sia una delle manifestazioni più importanti e seguite per l’Associazione sommelier della provincia di Belluno. «VinoVip è un evergreen, o meglio un cult: va oltre le mode e le tendenze del momento, un po’ come la stessa Cortina. E tuttavia ho notato una speciale attenzione per il biologico e l’adozione di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, che riduce chimica e solfiti». Gli fa eco Luca Viel, delegato Ais provinciale di Belluno dal 1999 al 2002 e oggi e titolare del ristorante Al Borgo di Belluno. «Il mio locale valorizza i piatti della tradizione: cucina di montagna a base di selvaggina e molte erbe spontanee da abbinare a vini rossi importanti, ma non solo. Qui ho avuto modo di riprovare i Lambrusco di Sorbara di Cleto Chiarli, di grande piacevolezza. Chapeau anche per le proposte dalla Sicilia: Planeta, Tasca d’Almerita, Donnafugata, Pellegrino e Baglio di Pianetto».

I big da Veneto e Piemonte e il filone dei rosati

Da Brunico, in provincia di Bolzano, arriva invece Karl Bernardi, proprietario dell’omonima enoteca sulle rive del fiume Rienza. «È la mia seconda volta al Faloria. Unisco il lavoro di ricerca per la mia attività al piacere di degustare in questo posto unico al mondo. Mi sono dilungato in particolare sui veneti: Allegrini, Bertani, Masi, Pasqua, Villa Sandi, Zenato e Zonin. Poi un po’ di Piemonte, con Pio Cesare, Michele Chiarlo e le preziose bottiglie della monferrina Tenuta Santa Caterina. Da enotecaro posso dire che sono questi i nomi che danno lustro ai nostri esercizi». Finale in rosa con Moreno Mercadent e Gabriele Klozet del Ristorante Al Capannone di Sedico (Belluno), che hanno scelto di concentrarsi sui rosati: «Davvero interessante la novità di Antinori, l’Igt Toscana A, 100% Aleatico. E poi Cantine Ferrari con il Perlé Rosé Trentodoc 2008; il Pinkus 2014 a base Sangiovese della tenuta maremmana Poderi di Capo d’Uomo, fino a Veritas, Bombino Nero Castel del Monte Docg della pugliese Torrevento».

Le 55 Cantine protagoniste a VinoVip 2015

Hanno partecipato al Wine-tasting delle Aquile: Allegrini, Marchesi Antinori, Argiolas, Baglio di Pianetto, Banfi, Bertani Domains, Biondi Santi, Bisol, Castagner, Castellare di Castellina, Castello del Terriccio, Castello di Querceto, Cecchi, Umberto Cesari, Cleto Chiarli, Michele Chiarlo, Codice Citra, Col d’Orcia, Collavini, Donnafugata, Falesco, Fattoria dei Barbi, Cantine Ferrari, Ambrogio e Giovanni Folonari, Gruppo Italiano Vini, Le Colture, Masciarelli, Masi Agricola, Mastroberardino, Mezzacorona, Nervi, Nonino, Pasqua, Pellegrino, Perla del Garda, Pighin, Pio Cesare, Planeta, Poderi di Capo d’Uomo, Rocca delle Macìe, Santa Margherita, Cantina Santadi, Schiopetto, Tasca d’Almerita, Tenuta L’Impostino, Tenuta San Guido, Tenuta Santa Caterina, Tommasi Viticoltori, Torrevento, Umani Ronchi, Velenosi, Vespa Vignaioli per passione, Villa Sandi, Zenato e Zonin1821. Per scoprire di più sui protagonisti di VinoVip 2015 leggi le loro schede o scopri quali tre vini hanno portato al Faloria.

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© Riproduzione riservata - 31/07/2015

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