La viticoltura in Andorra è eroica

La viticoltura in Andorra è eroica

Sono pochissime in Europa le vigne piantate a oltre 1000 metri di altitudine e non sempre i risultati qualitativi dei vini ottenuti sono più che soddisfacenti. Spesso sono vigneti a scopo sperimentale, anche se non mancano le eccezioni. È questo il caso della vitivinicoltura (la definizione di “eroica” qui calza a pennello) praticata da alcuni anni nel Principato di Andorra, il minuscolo Stato appollaiato sui Pirenei a cavallo tra la Francia e la Spagna. Rispetto agli altri mini-Stati europei, vedi Vaticano, San Marino, Monaco e Liechtenstein, Andorra ha una particolarità interessante. Secondo un’antica tradizione, infatti, è governato da una diarchia parlamentare sotto la sovranità di due “principi”: il presidente della Repubblica Francese e il vescovo di Urgell, cittadina della Catalogna spagnola. Tra i paradisi europei dello shopping, molto frequentata dagli amanti dello sci, Andorra (70 mila abitanti, 8 milioni di turisti all’anno) è stata sempre un centro per la coltivazione del tabacco.

Riesling, Merlot, Syrah e il progetto di un icewine

E la viticoltura? Non c’è alcun dubbio che l’ambiente, in mezzo alle montagne (si va dagli 800 ai 2.942 metri di Coma Pedrosa), i terreni impervi e il clima, non siano le migliori condizioni per coltivare la vite. Malgrado ciò se ne trovano tracce n dal X secolo. Già nel 1992 due ricercatori dell’Istituto di Studi Andorrani avevano pubblicato un dossier sull’argomento arrivando alla conclusione che la viticoltura qui fosse definitivamente scomparsa. Eppure, anni dopo, qualcuno li ha sconfessati.

1-Joan-Visa-2

Joan Visa Tor di Casa Beal

L’iniziativa è partita da Casa Beal, un’azienda agricola produttrice di tabacco. «Dopo alcuni esperimenti a fine anni Ottanta», ci spiega Joan Visa Tor, «abbiamo deciso di dedicarci anche alla viticoltura piantando, nel 2004, 1 ettaro di Gewürztraminer, varietà che ben si adatta ai climi freddi». Ed ecco che due anni dopo esce il Cim de Cel, un vino piuttosto secco che ben si abbina al foie gras prodotto dalla stessa azienda. È questo, al momento, l’unico vino di Casa Beal (1.200 bottiglie a 50 euro l’una), in attesa di uscire con un icewine.
Per vericare le condizioni ambientali nelle quali si coltiva la vite ad Andorra siamo andati a visitare l’azienda che poco dopo ha seguito l’esempio di Casa Beal. A condurci a 1190 metri, dove si trova la Cantina Borda Sabaté 1944, è stato Joan Albert Farré Santuré a bordo della sua potente Toyota Land Cruiser 4×4. Un’arrampicata lungo un viottolo sterrato in forte pendenza passando tra i tornanti circondati da 12 piccole vigne terrazzate. Da lontano, il colpo d’occhio del costonedella Muxella dove sono piantate le viti è magnico. Da qui è anche possibile ammirare la valle che porta a Sant Julià de Lòria, con sullo sfondo le cime delle montagne innevate. Borda Sabaté vanta una tradizione agricola che risale al 1944, ma è solo negli anni 2004-2005 che pianta 2 ettari di vigna su terreni poveri e argillosi. Un vitigno bianco, il Riesling (con il vino Escol, che debutta nel 2009), e tre rossi, Cornalin, Merlot e Syrah, che danno vita al Torb. «Presto faremo anche uno spumante», assicura Joan Albert. Produzione biodinamica, il bianco riposa in acciaio e il rosso nel cemento. In tutto circa 5 mila bottiglie all’anno.

Joan Albert Farré di Borda Sabaté

Joan Albert Farré di Borda Sabaté

E c’è anche chi fa lo spumante brut

Non c’è due senza tre. Ed ecco il progetto, inizialmente sperimentale in collaborazione con il ministero dell’Agricoltura, promosso da Casa Auvinyà che pianta 1 ettaro e mezzo dove trovano posto Viognier, Pinot grigio, Alvarinho, Pinot nero e Syrah. Tre le etichette: Imagine, assemblaggio delle tre varietà bianche, e i monovitigni Evolució Syrah ed Evolució Pinot noir. La produzione è di 3-4 mila bottiglie con prezzi che variano tra i 30 e i 40 euro.

 

 

Il viaggio in Andorra prosegue su Civiltà del bere 02/2016. Per scoprire qual è la prima cantina andorrana a produrre spumante brut acquista l’ultimo numero nel nostro shop (anche in edizione digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com.
Buona lettura!

Tag: ,

© Riproduzione riservata - 15/05/2016

Leggi anche ...

La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino
Senza confini
La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino

Leggi tutto

Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino
Senza confini
Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino

Leggi tutto

Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”
Senza confini
Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”

Leggi tutto