In Italia In Italia Emanuele Pellucci

La Regione Toscana celebra Giacomo Tachis con il Pegaso d’Oro

La Regione Toscana celebra Giacomo Tachis con il Pegaso d’Oro

Il Pegaso d’Oro, la massima onorificenza che la Regione Toscana riserva alle persone che hanno contribuito con la loro attività alla crescita civile, culturale e sociale della comunità toscana, è stato assegnato ieri a Giacomo Tachis. A ritirare la prestigiosa medaglia d’oro dalle mani dell’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori, è stata la figlia Ilaria nel corso di una cerimonia alla presenza di autorità e numerosi personaggi del mondo del vino toscano. Per problemi di salute, infatti, l’ottantunenne celebre enologo è rimasto nella sua casa di San Casciano Val di Pesa.

L’ENOLOGO UMANISTA – Salvadori, nel leggere una nota del governatore della Toscana impossibilitato a partecipare alla cerimonia, ha ricordato la grande competenza tecnica e scientifica in campo vitivinicolo, ma anche umanistico, di Tachis, definito da qualcuno proprio come “l’enologo umanista”. «La Toscana è grata a Giacomo Tachis», si legge nella motivazione per l’attribuzione del riconoscimento, «per il contributo fondamentale al rinascimento del vino italiano facendolo diventare il nostro primo ambasciatore nel mondo e contribuendo a valorizzare anche dal punto di vista economico molti territori della nostra regione».

Il pubblico presente alla premiazione

Il pubblico presente alla premiazione

IL BINOMIO CON ANTINORI – Dopo i ringraziamenti a nome di suo padre, Ilaria Tachis ha ricordato come Giacomo ha sempre creduto nelle potenzialità della Toscana in campo vitivinicolo, ricordando anche il ruolo centrale della sua attività rappresentato dal “binomio inscindibile tra lui e la Casa Antinori”. Ed è stato proprio il marchese Piero Antinori, dopo un breve intervento anche del professor Zeffiro Ciuffoletti, grande amico dell’enologo, a tracciare i momenti salienti della neonata collaborazione con Giacomo Tachis agli inizi degli anni Sessanta.

IL VALORE DELL’INNOVAZIONE – «Fu il professor Pier Giovanni Garoglio», ha ricordato il marchese, «a suggerire a mio padre Nicolò il nome di questo giovane enologo piemontese. Con lui ho trascorso bellissimi momenti, anche in giro per il mondo, confrontandoci con i grandi personaggi del mondo vinicolo internazionale. Tachis ha sempre avuto un approccio più scientifico al modo di fare vino, tanto che è stato tra i primi a introdurre molte innovazioni in cantina, grazie alle quali la qualità dei vini, non solo i nostri ma anche quelli italiani in generale e toscani in particolare, hanno fatto negli anni progressi notevoli. Un premio dunque meritatissimo, questo prestigioso Pegaso d’Oro, che mi fa dire, anche a nome dei produttori, che tutti noi siamo molto grati a Giacomo Tachis per il contributo che ha dato; e che se oggi il vino italiano è al livello in cui si trova, internazionalmente parlando, lo dobbiamo in larghissima parte proprio a lui».

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© Riproduzione riservata - 26/11/2014

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