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In una villa di famiglia, la famiglia dell’Amarone. Masi a Milano

In una villa di famiglia, la famiglia dell’Amarone. Masi a Milano

Sandro Boscaini è un uomo che pensa a tutto. Da tempo era dell’idea di organizzare una serata a Milano dedicata ai suoi Amaroni. Ebbene, detto fatto. Ma non solo. Avrebbe potuto scegliere una delle tante belle location cittadine. Certo, avrebbe potuto, ma ha deciso per la migliore possibile e, soprattutto, la più in linea con la sua filosofia di vita. Ha optato per Villa Necchi Campiglio, una strepitosa casa degli anni Trenta progettata dal Portaluppi per la facoltosa famiglia conosciuta per le sue macchine da cucire. La casa, per inciso, è stata la prima villa milanese privata con campo da tennis e piscina riscaldata e, vista oggi, è di una modernità sconcertante. È stata l’abitazione di tre persone, una coppia di coniugi e una sorella, per settant’anni, e per tutto questo tempo ha raccolto attorno a sé l’alta società cittadina. È stata, insomma, il cuore di una famiglia. Sandro Boscaini non poteva restare insensibile a un messaggio tanto forte; anche per i Boscaini, infatti, la famiglia è un concetto chiave. L’accoglienza dei suoi ospiti è cominciata proprio da qui, visitando la villa, in un viaggio a ritroso nel tempo.

Sandro Boscaini conduce la degustazione

Sandro Boscaini conduce la degustazione

AMARONE SUPERSTAR – E nel tempo si muove benissimo anche l’Amarone. Per l’occasione Sandro, Alessandra Boscaini e tutto lo staff di Masi Agricola hanno portato a Milano 13 vini, protagonisti di uno straordinario tasting in orizzontale e in verticale. Parliamo di Costasera, Amarone Classico Masi, Vaio Armaron Serego Alighieri, Campolongo di Torbe e Mazzano. «Non capita a tutti, anzi, direi che siamo gli unici ad aver la possibilità di presentare cinque Amaroni», ha detto Sandro Boscaini, precisando: «Per la mia famiglia, l’Amarone è certamente un business, ma anche un’immensa passione».

COSTASERA 2010 E RISERVA DI COSTASERA 2009 – Il viaggio comincia con il Costasera 2010, annata non eccezionale, ma la prima ad essere fregiata dalla Docg e subito Sandro ha chiarito un punto: «Costasera non è un vigneto e neppure un luogo. È un concetto radicato nella mia famiglia. Mio padre diceva sempre che l’Amarone migliore veniva da vigneti rivolti a Ovest, verso la luca del Garda che la sera, si fa dorata»; al naso si sente la frutta stramatura, ma siamo ancora lontani dall’idea di raffinatezza che vedremo proseguendo (al top nell’annata 1997: dopo 17 anni l’incipit si fa grandioso ed emergono note balsamiche e mentolate!). La danza continua con il Riserva di Costasera, annata 2009. Si cominciano a sentire i richiami del cacao, della caffetteria ed è strepitoso l’apporto dell’Oseleta, uva alla quale, come ha detto Sandro, il vino si arrende più tardi.

LA TRIADE DEL 2007 – Si prosegue con Vaio Armaron Serego Alighieri annata 2007, cru e Amarone storico, nominato per la prima volta nel 1353. La parola chiave per capire questo vino è fascino, dato dall’intervento della Molinara e dei suoi toni speziati, oltre che dall’invecchiamento unico al mondo in fusti di ciliegio. Sempre del 2007, annata con una marcia in più, sono il Campolongo di Torbe nel quale si sente la preponderanza del terroir e il Mazzano che nasce da terreni più calcarei e più alti di quasi 100 metri rispetto agli altri vigneti. «Berlo ora significa commettere quasi un infanticidio», ha detto Sandro Boscaini facendo notare come qui comincino a comparire i primi ricordi di noce. Jancis Robinson, lo aveva definito come uno dei 42 più grandi vini da invecchiamento del mondo.

A RITROSO: 1997 E 1988 – Se facciamo un balzo all’indietro a andiamo sempre nel 1997 scopriamo le sfaccettature del Vaio Armaron che in quest’annata si rivela più difficile da comprendere, del Campolongo e del Mazzano che invece sembrano aver trovato una dimensione di piacevolezza, nonostante la complessità. E arriviamo, infine al 1988. L’Amarone Classico Masi regge bene, il Campolongo di Torbe anche, ma i due che più sorprendono per potenza ed eleganza sono il Mazzano e il Vaio che, dopo 25 anni, decide di esprimersi ancora con le sue strepitose note balsamiche e quella sensazione di ciliegia in bocca che solo lui ha. Ultima nota di servizio: fino alla 1997 le annate sono ancora in commercio e disponibili. Chi volesse provare, può!

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© Riproduzione riservata - 29/10/2014

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