In Italia In Italia Emanuele Pellucci

Il Montecucco festeggia 20 anni di denominazione (e una vendemmia eccellente)

Il Montecucco festeggia 20 anni di denominazione (e una vendemmia eccellente)

Nel vasto panorama delle denominazioni toscane (ben 56 di cui a 11 Docg) il Montecucco è “figlio” di quegli anni Novanta del secolo scorso che hanno rappresentato il boom della vitivinicoltura della regione con il moltiplicarsi dei riconoscimenti delle zone a Doc e a Docg.

Con nomi prestigiosi confinanti come Brunello di Montalcino e Morellino di Scansano, l’area alle pendici del Monte Amiata, dove la coltivazione della vite era tradizione millenaria, non poteva rimanere esclusa dall’evoluzione in atto in quel periodo tendente a riconoscere le aree più vocate della Toscana.

Il mio ricordo agli albori del Montecucco

Chi scrive ricorda perfettamente l’invito rivolto a lui e al collega Andrea Gabbrielli per assaggiare sul posto i vini di uno sparuto gruppo di vignaioli del Montecucco prima ancora che il vino ricevesse l’ambita Doc. Prodotti, per la verità, ancora “rustici”, a base Sangiovese, che però mostravano buone potenzialità. Ed ecco arrivare finalmente, nel 1998, la denominazione d’origine controllata, e da qui l’impegno a sviluppare un progetto per ampliare la base produttiva e migliorare e valorizzare i vini. Un impegno che di lì a pochi anni ha portato le cantine pioniere a costituire (anno 2000) dapprima il Consorzio del Montecucco e poi a richiedere ed ottenere nel 2011 la Docg, seppure per la sola tipologia Sangiovese.

 

Vigneti del Montecucco

 

Vent’anni di Montecucco in degustazione

Il 2018 segna perciò il ventennale della denominazione, e tra le varie iniziative celebrative promosse dal Consorzio anche un interessante incoming con la stampa internazionale che si è tenuto una settimana fa in più parti del territorio. Visite in cantina, degustazioni e una masterclass con l’assaggio di vecchie annate presentata dal presidente del Consorzio Tutela Vini Montecucco, Claudio Carmelo Tipa, guidata dall’enologo Maurizio Castelli. Undici vini di altrettante aziende con annate che andavano dal 2012 al 1998, quasi tutte di Sangiovese Riserva. Una panoramica che ha mostrato una bella uniformità di carattere, con buoni profumi, talvolta una sensazione alcolica un po’ troppo marcata. Ma, tutto sommato, un’ottima tenuta da parte delle annate più vecchie.

Il Montecucco Docg in cifre

Oggi la realtà produttiva del Montecucco è formata da circa 80 cantine (per il 70% associate al Consorzio) che operano su circa 800 ettari di vigneti, di cui 500 vocati alla Doc e Docg. La produzione è di circa 2 milioni di bottiglie all’anno, con una quota export valutata intorno al 60%. Sette i comuni che rientrano nella denominazione: Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano, tutti in provincia di Grosseto.

 

La degustazione per i 20 anni di Montecucco

 

La vendemmia 2018 è (finalmente) eccellente

Insieme alla celebrazione del ventennale della Doc, i produttori del Montecucco festeggiano anche il ritorno a una vendemmia eccellente, con il 40% in più rispetto al 2017. Da notare come il 70% della produzione è biologica. «Quest’anno il Sangiovese, con la sua buona capacità idrica», ha spiegato il presidente Tipa, «ha dato il meglio di sé esprimendo un bel colore, giusta acidità e un buon ph, con quantità generosa in vigna che ci gratifica soprattutto rispetto alla produzione dello scorso anno. L’impegno del Consorzio per l’immediato futuro è di dare supporto ai produttori per fare apprezzare i vini e soprattutto per farli arrivare sui mercati. Un aiuto soprattutto alle piccole cantine che da sole non avrebbero le risorse per farsi conoscere».

Promozione internazionale e identità del territorio

Del resto da anni la denominazione sta lavorando sodo per la promozione internazionale delle eccellenze vitivinicole del territorio, attività che si traduce oggi in un’inversione di tendenza che vede finalmente il Consorzio del Montecucco come “ruota trainante” nel panorama delle aziende amiatine e non più come realtà associata a nomi dell’enologia rinomati a livello internazionale. Per il presidente Claudio Carmelo Tipa è insomma fondamentale «consolidare questo approccio per dare maggiore riconoscibilità al territorio». Dopo l’entrata in vigore del Montecucco Sangiovese Docg, infatti, è stato rimodulato il disciplinare del Montecucco Doc, che comprende adesso le tipologie Rosso, Bianco, Vermentino, Rosato, Vinsanto e Vinsanto Occhio di Pernice.

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© Riproduzione riservata - 01/10/2018

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