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Il libro tecnico Masi racconta la storia geologica del Triveneto

Il libro tecnico Masi racconta la storia geologica del Triveneto

«Gli studi di zonazione viticola degli ultimi anni testimoniano come la qualità del vino sia legata alle caratteristiche specifiche dei suoli dove nasce la vite. Il libro tecnico pubblicato da Masi Agricola racconta la storia geologica di una macroregione, il Triveneto, e spiega al consumatore come ogni bicchiere può diventare un grande romanzo». Lo  ha detto Attilio Scienza, docente di Enologia all’Università di Milano, venerdì scorso all’Accademia Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, nell’ambito della presentazione di Le Venezie: le diversità di terroir riflesse nel bicchiere firmato, oltre che da Scienza, da Diego Tomasi del Centro di ricerca in Viticoltura di Conegliano e dal Gruppo Tecnico Masi.

I relatori dell'incontro illustrano le caratteristiche del volume

«In occasione del trentennale del Premio Masi abbiamo voluto presentare il nostro secondo libro tecnico, che documenta la storicità e l’ampia offerta del Triveneto, che con Pinot grigio, Prosecco e Amarone reputo il terroir più interessante d’Italia», ha introdotto Sandro Boscaini, vicepresidente della Fondazione Masi. Clima e terreno sono correlati: è emerso con evidenza nella spiegazione di Diego Tomasi: «La vite si adatta a diverse tipologie di suolo e genera una particolare composizione di sostanze nell’acino. In particolare l’acqua è l’elemento principale che dialoga con le radici». Tomasi ha sottolineato come la tessitura del suolo influenzi le caratteristiche sensoriali nel vino: in zone da vini bianchi, ad esempio, un suolo a prevalenza calcarea origina vini delicati e con sentori di fiori, con accentuazione delle componenti aromatiche delle uve, mentre se la matrice è non calcarea (ad esempio, vulcanica), i sentori sono speziati e i vini più pieni. Per Tocai, Corvina e Merlot su terreni calcarei vale lo stesso principio di “caricare” i profumi. A fronte di azioni di sbancamento dei terreni e di un conseguente depauperamento delle loro caratteristiche, la conclusione è che «dobbiamo tornare a una viticoltura tradizionale per restituire fertilità ai suoli, presupposto indispensabile per esaltare la qualità dei vini». Un ulteriore contributo è stato offerto da Andrea Dal Cin, responsabile enologico del Gruppo Tecnico Masi, che ha commentato gli esiti della zonazione che l’azienda ha effettuato in cinque zone viticole specifiche, volta a esaltare la qualità di bianchi e rossi. Ha concluso l’evento il giornalista Ian D’Agata, che ha fatto un excursus storico sul concetto di terroir nel Vecchio e nel Nuovo Mondo e in generale oggi connotabile come una sintesi di luogo e di persone che hanno generato un vino tale per cui «in una bottiglia di vino c’è molto più di un vino».

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© Riproduzione riservata - 19/09/2011

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