In Italia In Italia Jessica Bordoni

Giovani Produttori. Giovanni Ederle viticoltore a San Mattia

Giovani Produttori. Giovanni Ederle viticoltore a San Mattia

«Sono nato a Negrar e da sempre vivo a San Mattia, sulla collina delle Torricelle a ridosso del centro di Verona», spiega il produttore Giovanni Ederle, classe 1987. «I terreni dove oggi sorge l’azienda furono acquistati da mio nonno nel 1920. All’epoca il nonno era impegnato a tempo pieno con l’avvocatura e affidò la gestione ai mezzadri. Poi la proprietà è passata in mano a mio padre e nel 2005 sono subentrato io. Quando ho cominciato c’erano ancora dei vecchi vigneti, ma era tutto da risistemare».

Dall’architettura alla viticoltura

Da bambino il sogno di Giovanni era quello di diventare architetto, seguendo la tradizione del ramo materno della famiglia. Poi un’estate trascorsa in vigna, all’isola d’Elba, l’ha semplicemente folgorato. «Ho capito che la produzione vinicola non poteva limitarsi a un semplice hobby, come inizialmente credevo. Così abbandonai il progetto di iscrivermi alla facoltà di Architettura e dirottai su Viticoltura ed Enologia, sempre qui a Verona. Ho frequentato dal 2004 al 2009 ma non ho finito gli esami. Diciamo che la pratica ha avuto la meglio sulla teoria».

 

La cantina interrata in mezzo ai vigneti è quasi pronta

La prima vendemmia sperimentale risale al 2008. «Fu divertente e faticosa: presi dell’attrezzatura a noleggio e vinificai nel garage dell’agriturismo, che stavamo impostando contemporaneamente alla cantina e alla sistemazione dei vigneti. Per i tre anni successivi ho affittato una cantina a circa 10 chilometri. Dal 2012 finalmente vinifico in azienda e sto ultimando i lavori di una cantina interrata in mezzo ai vigneti».

 

_MG_4228Massima cura in vigna

I filari si estendono per 4 ettari, a cui si aggiungono 6 ad uliveto. «Le vigne sono regime di agricoltura biologica, attualmente in conversione. Dal 2009 non utilizzo più prodotti fitosanitari di sintesi chimica, ma solo di origine naturale come rame e zolfo. Il sistema di allevamento è a Guyot con sesto di impianto di 5.700 ceppi per ettaro. In vigna, poche e semplici operazioni: buona concimazione invernale con il letame dei nostri cavalli, potatura nel rispetto dei flussi linfatici, attenta selezione dei germogli e cura maniacale della parete fogliare con continue cimature e defogliature di precisione, così da prevenire scottature solari ed evitare ristagni di umidità. Il vigneto non viene irrigato e solo nelle estati più torride ricorriamo alla cosiddetta irrigazione di soccorso».

 

La filosofia produttiva di Giovanni Ederle

La mentalità produttiva di Giovanni Ederle è d’ispirazione francese; quindi no muscoli, sì finezza. «Cerco di produrre vini eleganti, con una personalità ben definita e collegata al territorio. Arrivare a dei buoni risultati non è stato facile. Sono partito da zero e solo vendemmia dopo vendemmia sono riuscito a mettere a fuoco la massima espressione che questo territorio unico è capace di donare. Il grosso del lavoro si fa in vigna, portando in cantina uve perfettamente mature e di qualità. Io sono un fautore della tecnologia del freddo, che utilizzo per controllare la temperatura di fermentazione dei mosti e preservare gli aromi più leggeri».

 

I vini di Giovanni Ederle

In gamma ci sono solo tre referenze: il bianco Donna Francesca, Igp Veronese a base di Garganega e Chardonnay; il rosso Rubro del Forte, Igp Veronese dai classici vitigni del Veronese, Corvina, Corvinone e Rondinella. Chiude la triade l’Amarone della Valpolicella, da viti impiantate nel 2005 con una resa di uva per ettaro di 50 quintali in media. « L’appassimento naturale è di 4 mesi sui graticci. Il mio Amarone si distinue al gusto per la sua avvolgenza, ha un tannino morbido, frutta ancora molto croccante, buona freschezza e mineralità».

 

I ricordi di VinoVip 2011

Nel 2011 Giovanni è stato il più giovane produttore presente a VinoVip Cortina (nella sezione Challenge), un’esperienza a cui ritorna alla mente con grande gioia. «All’epoca avevo solo 24 anni ed ero davvero agli inizi. Ricordo che il direttore di Civiltà del bere Alessandro Torcoli mi chiamò sul palco insieme al giornalista Luigi Cremona per premiare lo chef emergente Alessandro Cogliati, che insieme ai fratelli Cerea aveva firmato il menu la cena di gala. Una volta preso il microfono dissi semplicemente: “Non conosco nessuno, ma saluto tutti”. Beh, il giorno dopo, con mia grande emozione, tutti i big presenti all’evento si fermarono a fare due chiacchiere con me. Fu fantastico!». Con Alessandro Cogliati l’incontro di Cortina si rivelò particolarmente propizio. «A VinoVip nacque subito una simpatia e mettemmo le basi per una futura collaborazione. Alessandro trascorse circa due anni e mezzo all’Agriturismo San Mattia collegato all’azienda e ancora oggi siamo molto amici».

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© Riproduzione riservata - 29/03/2016

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