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Famiglia Cecchi, un patrimonio ricco di sei tenute

Famiglia Cecchi, un patrimonio ricco di sei tenute

Andrea e Cesare Cecchi rappresentano la quarta generazione del gruppo che annovera sei aziende di proprietà, cinque in Toscana e una in Umbria. Con l’arrivo dell’estate, è il momento dei due Vermentini targati Val delle Rose, Litorale e Cobalto, e alla Vernaccia di San Gimignano del Castello Montaùto.

La storia d’amore tra la famiglia Cecchi e il vino risale a oltre un secolo fa. Oggi la quarta generazione, rappresentata da Cesare e Andrea Cecchi, gestisce con successo sei tenute modello, di cui cinque in Toscana e una in Umbria. La passione per la campagna, unita a uno spiccato spirito imprenditoriale, ha portato Cecchi a riunire un patrimonio di proprietà dal grandissimo potenziale enologico. Il tutto si traduce in una collezione di etichette dall’appeal internazionale e dallo stile contemporaneo, ma profondamente legate ai territori di origine.

Villa Cerna, la casa madre nel Chianti Classico

Il nucleo costitutivo dell’universo Cecchi è a Castellina in Chianti, la cosiddetta “porta del Chianti Classico”: è infatti la prima collina vitata che si incontra provenendo da Siena ed entrando nella denominazione del Gallo Nero. «Dopo l’acquisizione di Villa Cerna, agli inizi degli anni Sessanta, abbiamo avviato un processo di ristrutturazione dell’edificio padronale e di costruzione della cantina, circondata oggi da 80 ettari vitati, protagonisti di un’attenta selezione clonale e massale», precisa Andrea Cecchi, amministratore delegato. Qui nascono vini simbolo come il Villa Cerna Chianti Classico Riserva e il Chianti Classico Primocolle.

La scommessa della Vernaccia di San Gimignano

La fine degli anni Ottanta ha tenuto a battesimo un altro importante investimento. Per la prima volta la famiglia Cecchi decide di confrontarsi con un vitigno diverso dal Sangiovese in un differente terroir, puntando sulla Vernaccia di San Gimignano. «In realtà il legame della nostra famiglia con questo borgo toscano risale alla fine della Seconda guerra mondiale, quando i nostri parenti trovarono rifugio tra le sue colline», precisa Cesare Cecchi, presidente.

I 48 ettari di Castello Montaùto

«Dopo alcune ricerche, nel 1988 siamo giunti a quello che cercavamo. Abbiamo cosìFa acquisito il Castello Montaùto, che si estende, insieme all’omonimo borgo, su un suggestivo crinale posto a pochi chilometri da San Gimignano». La consueta attenzione per l’impatto ambientale e la volontà di lasciare esprimere il genius loci hanno portato l’azienda a piantare 48 ettari di vigna, da cui oggi nascono un’emblematica Vernaccia Docg che porta il nome aziendale, ma anche un Chianti Doc, prodotto a partire dalla vendemmia 2013.

Alla conquista della Maremma con Val delle Rose

Al 1996, invece, è collegato l’inizio dell’attività in Maremma, con l’acquisto dei primi 25 ettari di vigna a Grosseto, cui seguirà la costruzione di una cantina dall’impronta architettonica elegantemente metafisica: Val delle Rose. «Situata nel comune di Grosseto, la tenuta conta oggi circa 200 ettari di vigneti, impiantati prevalentemente a Sangiovese e destinati in gran parte alla produzione di Morellino di Scansano Docg», racconta Andrea Cecchi.

Fuori dalla Toscana, con Tenuta Alzatura in Umbria

Alla fine degli anni Novanta la famiglia Cecchi si sente pronta anche per un nuovo, importante traguardo. Uscire dai confini della Toscana per dare vita a un importante investimento in Umbria, nell’area del Sagrantino. «La Tenuta Alzatura di Montefalco, 26 ettari distribuiti su tre appezzamenti, è dedicata alla valorizzazione dei vitigni autoctoni e alla produzione dell’omonima etichetta di Montefalco Sagrantino Docg», spiega Cesare Cecchi.

Ancora nel Chianti con Villa Rosa e la scommessa a Montalcino

Nell’ultimo decennio la volontà di proseguire l’opera iniziata tanti anni prima a Villa Cerna ha portato Cecchi ad annettere al proprio patrimonio vitato anche la storica tenuta di Villa Rosa, sempre a Castellina in Chianti. Si tratta di 36 ettari di vigneti che danno origine a un Chianti Classico Docg dal profilo tradizionale ed elegante. L’ultima, recentissima sfida risale al 2018 con l’acquisto di una tenuta di 6 ettari a Montalcino e la ristrutturazione – ancora in corso – dell’edificio principale della cantina, posto proprio sotto l’Abbazia di Sant’Antimo.

I bianchi di famiglia

Vernaccia Castello di Montaùto

L’anima bianchista delle Tenute Cecchi si rivela soprattutto nelle collezioni targate Castello Montaùto e Val delle Rose. «La Vernaccia Castello Montaùto è quel che noi in azienda definiamo un grande bianco in terra di rossi. I suoli pliocenici di San Gimignano – a medio impasto con presenza di argilla – regalano un vino dal profumo fine e intenso. La bocca, dotata di buona acidità e notevole persistenza, ha nell’estrema piacevolezza il suo tratto distintivo», precisa Andrea Cecchi. I vigneti si trovano a 280 metri di altezza con impianti a Guyot di 5 mila ceppi per ettaro e soli 60 quintali di resa. L’uvaggio è composto per il 90% da Vernaccia e per il restante 10% da vitigni complementari. «Dopo una macerazione prefermentativa a freddo, il vino fermenta per 15 giorni a 15 °C in acciaio, dove sosta per almeno 3 mesi prima dell’imbottigliamento». La produzione si aggira sulle 14 mila bottiglie all’anno.

Litorale, Vermentino Maremma Toscana Doc

Spostandoci a Grosseto, in località Poggio La Mozza, incontriamo Val delle Rose, l’azienda di Cecchi nel cuore produttivo del Morellino di Scansano Docg. «Qui la conformazione pedologica è molto varia. Si passa infatti da terreni rocciosi ad altri sciolti e medio-sciolti di dune quaternarie. Il preciso lavoro di zonazione ci ha però permesso di destinare i singoli appezzamenti alle varietà più adatte». In particolare il vigneto Litorale, molto ricco di sassi e minerali con esposizione a nord, si rivela perfetto per la crescita del Vermentino. «Quest’uva è capace di dare ottimi risultati in zone costiere e terre assolate, proprio come la Maremma. I grappoli sono i primi ad essere raccolti tra la fine di agosto e le prime settimane di settembre». Dal vigneto Litorale, a circa 150 metri di altezza, nasce l’omonimo Vermentino, Maremma Toscana Doc. Gli impianti sono a Guyot con densità di 5.500 piante e rese di 70 quintali per ettaro. Dopo la macerazione prefermentativa a freddo, il vino sosta in vasca per 18 giorni e poi resta almeno 2 mesi in bottiglia. «Litorale porta con sé i tratti aromatici dei vini della costa maremmana. Quindi sentori fruttati al naso, persistenza e intensità in bocca, collegata ad una bella struttura e a un’avvolgente freschezza». Il numero di bottiglie annue si attesta sulle 60 mila.

Cobalto Vermentino

L’altro grande bianco di Tenuta Val delle Rose è il Vermentino Cobalto, Maremma Toscana Doc, frutto della selezione delle migliori uve dei vigneti di proprietà. «Nasce con l’annata 2017 dalla volontà di tradurre le eccellenti dotazioni dei vari terroir di Val delle Rose in un bianco di alto profilo. In questo caso la fermentazione avviene per il 50% in legno, il 34% in anfora e il 16% in acciaio, protraendosi per 2 settimane». Seguono 10 mesi a contatto con i propri lieviti nei diversi contenitori e infine almeno 6 mesi in bottiglia. «È un Vermentino ampio, ricco, minerale. La complessità gustolfattiva comprende intensi aromi di macchia mediterranea, con note leggermente tostate e un inconfondibile sottofondo salino. La progressione è vibrante, sostenuta da una vena acida molto ben integrata». Prodotto in una very limited edition di sole 2 mila bottiglie, proprio come Litorale è un ideale compagno delle serate estive.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 3/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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© Riproduzione riservata - 24/06/2019

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