In Italia In Italia Anita Franzon

Da 500 a 1000 metri: i vini più alti dell’Alto Adige

Da 500 a 1000 metri: i vini più alti dell’Alto Adige

«L’Alto Adige», spiega Werner Waldboth, direttore marketing del Consorzio Südtirol Wein, «è una terra di contrasti. Basti pensare che i suoi 5.400 ettari vitati ospitano 20 diversi vitigni, distribuiti ad altitudini estremamente variabili: si va dai 200 metri della Bassa Atesina fino ad oltre 1000 metri». Per questo motivo, parte della produzione (circa il 14%) rientra nella categoria della viticoltura eroica, a cui il Consorzio ha voluto dedicare un approfondimento durante l’ultima giornata del Vinitaly, mercoledì 18 aprile.

Vini d’alta quota in Alto Adige dai 500 metri in su

Prendono dunque vita da vigneti posizionati oltre i 500 metri i vini altoatesini presentati in una degustazione di 18 etichette frutto di una viticoltura a prova di vertigini. Müller Thurgau e Sauvignon, sono i vitigni più rappresentati, entrambi con cinque etichette; seguono tre Kerner, due Sylvaner, un Riesling e due Metodi Classici da vitigni internazionali (Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero); diverse le annate, comprese tra la 2012 e la 2017.

 

 

Il Müller Thurgau tocca quota 1.000

È l’azienda vitivinicola Tiefenbrunner a spingersi più in alto delle altre, quasi al limite della sopravvivenza della vite. Qui nasce con uno dei vini simbolo della viticoltura altoatesina: il Müller Thurgau Feldmarschall von Fenner. In assaggio l’annata 2016. Le vigne del podere di Hofstatt, 3 ettari a Favogna di Sotto (frazione di Magrè sulla Strada del Vino) si trovano a ben 1.000 metri di quota: gli sbalzi termici richiedono da due a quattro passaggi di vendemmia e un’accurata selezione dei grappoli in base al grado di maturazione. Queste condizioni, unitamente alle caratteristiche del terreno dall’alto tenore salino, favoriscono la formazione di aromi fruttati (pesca e albicocca) che rendono questo vino estremamente profumato al naso (chiara è anche la nota di zafferano) e di una freschezza quasi pungente all’assaggio. Inoltre, per non alterarne la ricchezza aromatica, il vino è commercializzato in bottiglie con tappo a vite.

 

Kerner, un altro campione d’altitudine

Sfiora i 1000 metri anche Aristos, Valle Isarco Kerner 2016 di Cantina Valle Isarco ottenuto da vigneti su terreni alluvionali poveri, ma ricchi di scheletro tra i 750 e i 980 metri sopra il livello del mare, dal grande profumo, ma sempre delicato. È fermentato in acciaio inox, non  fa fermentazione malolattica e matura sette mesi sulle fecce nobili. Anche il Valle Isarco Kerner 2017, Bessererhof – Mair Otmar annata 2017 e proveniente da vigneti tra gli 800 e i 900 metri dimostra fragranza, grazia, misura ed eleganza.

 

Cinque Sauvignon di montagna a confronto

L’altitudine sembra inoltre enfatizzare le caratteristiche del Sauvignon. A dispetto di un colore tenue, rivela generalmente profumi intensi, floreali ed erbacei (bosso, ortica, sambuco) oltre che fruttati. L’etichetta Mathias, Cantina Pfitscher (annata 2016) esprime note complesse ed evolute di frutta matura, quasi mela cotta, e fortemente vegetali. I 900 metri di quota si esprimono in bocca, grazie alla grande freschezza che mitiga l’opulenza del vino. Discorso simile per il Sauvignon 800, Thurnhof (2016), il cui nome indica l’altezza del vigneto. Scendendo di quota, a 600 metri slm si incontrano le delicatezze del Sauvignon Oberberg 2015, Tenuta Kornell. A 550 metri il Sauvignon Riserva 2015 di Cantina Bolzano da caldi e ripidi pendii porfirici. Infine a 500 metri il Sauvignon blanc De Silva 2016, di Peter Sölva.

Le bollicine d’alta quota

L’altitudine fa bene anche agli spumanti, come il Comitissa, Metodo Classico Pas Dosé Riserva 2013, Lorenz Martini (40% Pinot bianco, 40% Chardonnay, 20% Pinot nero) ottenuto da vigneti tra i 500 e gli 800 metri e affinato per 48 mesi sui lieviti. Abbiamo poi assaggiato il Metodo Classico Extra Brut Riserva 2012, Arunda (60% Chardonnay, 40% Pinot nero coltivati a 750 metri s.l.m.) che permane per ben 60 mesi sui lieviti e sprigiona chiare note fruttate di pesca e ribes e un perlage fitto, persistente e raffinato.

Altri vini eroici sopra i 500 metri

Scende gradualmente la quota, ma non la qualità che accompagna vini del calibro del Graun, Müller Thurgau 2016 di Cantina Kurtatsch (800-900 m slm), o ancora il Caprile, Müller Thurgau 2017 di Peter Zemmer (700-800 m slm), il Müller Thurgau 2017 di Cantina Laimburg (750 m slm) e il Pursgla, Müller Thurgau 2017 di Josef Weger (600 m slm).

La grande leggiadria è la caratteristica primaria anche dei Valle Isarco Sylvaner annata 2017 dell’Abbazia di Novacella (600-750 m slm) e Strasserhof (700 m slm). Chiudono la degustazione il Riesling 2017 della Cantina Produttori San Paolo (500-900 m slm) e il Palladium, Kerner 2017 di K. Martini & Sohn (523 m slm).

 

In foto: ripidi vigneti della Valle Isarco

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© Riproduzione riservata - 02/05/2018

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