Cru

Cru

Che cosa ha spinto i francesi, per i quali il vigneto si chiama vignoble, a creare anche un’altra parola, cru, per individuarlo? Perché non tutti i vignobles sono dei crus. Il cru è una vigna di uve da vino, e il vino che se ne ricava, tratto esclusivamente da quelle uve, è dotato di una personalità che con quella specifica vigna si identifica. Cru significa crudo, grezzo, ma attribuito a un vigneto segnala il legame tra il prodotto finale, il vino, e la matrice che l’ha generato. È talmente affascinante e complesso, questo concetto, che la parola è intraducibile: è entrata perciò nella lingua di tutti i Paesi, Italia compresa. Dove però viene spesso stravolta, diventando erroneamente sinonimo di vino di pregio. Ci avete fatto caso? I crus italiani, nati pochi anni fa (salvo quelli storici del Barolo e del Barbaresco) sono tutti fazzoletti di terra d’un solo proprietario. Come mai? Ognuno spera di trarne un vino di culto da vendere alle quotazioni di Romanée Conti. Adelante, Pedro, con juicio: Romanée Conti era già buonissimo, famosissimo (e carissimo) 250 anni fa.


© Riproduzione riservata - 16/04/2010

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