Senza confini Senza confini Jessica Bordoni

Cresce la Borgogna biodinamica con Château de Pommard

Cresce la Borgogna biodinamica con Château de Pommard

Tempo di conversione per i produttori di Borgogna. Il credo in questione si chiama viticoltura biodinamica e negli ultimi anni è riuscito a convincere un numero sempre maggiore di sostenitori. Dopo il Domaine Leflaive, il Domaine Leroy, il Domaine Compte Armand (per citarne i più famosi) oggi è la volta dello Château de Pommard, che comincia l’iter di conversione dei vigneti.

Il ruolo centrale di Emmanuel Sala

«I primi vini biodinamici saranno quelli targati 2019», spiega a Decanter.com il direttore tecnico Emmanuel Sala, che è approdato allo Château de Pommard nel 2007 dopo un’importante esperienza al Domaine Josmeyer, in Alsazia, dove la tradizione del biodinamico è ormai più che consolidata.

La nuova linea dell’imprenditore Michael Baum

Va sottolineato, poi, come il passaggio all’agricoltura biodinamica arrivi due anni dopo un passaggio di proprietà, con l’acquisizione del marchio da parte dell’imprenditore della Silicon Valley Michael Baum. Quest’ultimo ha impresso un forte cambio di marcia, sostenendo e potenziando l’offerta enoturistica a fronte di una sempre maggiore attenzione sul piano qualitativo (che ha visto ad esempio una risistemazione delle vigne).

La sperimentazione iniziale su 2,5 ettari

Tutto è cominciato con una sperimentazione su 2,5 ettari adibiti alla produzione dei vini classificati lieux-dits SimoneChantrerie, che ha subito dato risultati incoraggianti. Emmanuel Sala ha potuto avvalersi dei preziosi consigli del consulente enologo Antoine Lepetit de la Bigne, ex manager del Domaine Leflaive, dove ha lavorato a stretto contatto con Anne-Claude Leflaive, grande e indimenticata pioniera del biodinamico in regione.

Tempo e denaro per vini più espressivi e territoriali

«La conversione alla viticoltura biodinamica richiede tempo e, ovviamente anche denaro», affermano senza giri di parole Sala e Baum. «È una questione di volontà e di impegno ecologico». Secondo molti produttori l’approccio biodinamico porterebbe a vini più centrati dal punto di vista stilistico, ma anche più espressivi e più legati al territorio.

Borgogna biodinamica: l’etica va incontro al marketing

Se è vero che l’adozione della filosofia biodinamica è una scelta in primo luogo etica, ambientale, non va però dimenticato il suo sempre maggiore appeal sul piano commerciale. Gli Stati Uniti, certamente il maggiore Paese di riferimento quando si parla di export, segnano una notevole crescita in particolare nel segmento del bio. E, più in generale, aumenta l’attenzione dei principali mercati internazionali verso una riduzione dei solfiti. Per i produttori francesi, imbattibili sul fonte del marketing, come sempre vale la regola: un occhio all’ambiente e l’altro alle vendite.

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© Riproduzione riservata - 23/01/2017

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