Borgogna 2017 (e preview 2018): cosa ci aspetta nel calice

Borgogna 2017 (e preview 2018): cosa ci aspetta nel calice

Mentre già si fanno le prime previsioni sulla prossima vendemmia in Côte de Beaune e Côte de Nuits, è tempo di tirare le somme sulla qualità dei Borgogna 2017. L’annata è stata calda, precoce e anche generosa, non c’è dubbio. In cantina si è confermato il potenziale del millesimo, che registra una bella omogeneità qualitativa un po’ ovunque, pur con le necessarie operazioni di selezione del prodotto. I mesi che hanno preceduto la raccolta hanno visto un andamento climatico molto favorevole, in particolare nel Mâconnais e in molte aree della Côte de Beaune e della Côte Chalonnaise. E ora il Borgogna 2017 sembra destinato a farsi ricordare come un bel millesimo da invecchiamento, soprattutto per chi ha saputo lavorare con accortezza.

Il perché di questa vendemmia generosa

In termini quantitativi, i village e i premier cru della Côte de Nuits e della Côte de Beaune hanno prodotto rispettivamente il 19,5% e il 37,7% in più rispetto alla media quinquennale (2013-2017). Anche tra i bianchi l’aumento è altrettanto significativo: +21,4% per i grand crus della Côte-d’Or e +18,7% per i village della Côte de Beaune. «Le rese sono aumentate nel 2017», spiegano al Bivb (Bureau Interprofessionel des Vins de Bourgogne), «anzitutto per motivi agronomici: già nel 1982 e 1992 avevamo assistito a un fenomeno di “compensazione” della vigna nei millesimi che seguivano vendemmie oggetto di gelate. Ciò si è verificato di nuovo nel 2017, anche se le percentuali di crescita non sono state uguali per tutti».

A Volnay il picco produttivo

«Un esempio è l’area di Volnay, nella Côte de Beaune, dove la produzione è addirittura cresciuta nel 2017 del +62,8% nei village e del +49,7% nei premier cru. Un incremento enorme, anche se va considerato che Volnay era stata colpita dal gelo nel 2016 e perfino dalla grandine nel 2012, 2013 e 2014». La compensazione ha riguardato anche la Côte-d’Or dopo la gelata del 2016. E chi ha saputo controllare le rese con opportune pratiche agronomiche, si trova adesso con un’annata 2017 di grande qualità, sia nei vini bianchi che nei rossi.

Borgogna 2017: bianchi di struttura

In Borgogna è abbastanza comune la convinzione che le grandi cuvées siano spesso vendemmiate già nei primi giorni di settembre, quando la maturità ha raggiunto buoni livelli di grado alcolico (tra i 12,5 e i 13,5). La produzione dei bianchi 2017 appare più omogenea e i migliori vini dimostrano un’ottima struttura (un po’ “solare”) pur mantenendo un buon equilibrio. Leggermente al di sotto delle annate precedenti invece i rossi, seppure sorretti da un’ottima materia, bel fruttato, equilibrio e tannini setosi. Tra loro non mancano comunque anche vini piacevoli, leggeri e più semplici. In sostanza, come accennato all’inizio, in buona parte della Borgogna l’annata 2017 ha tutto il potenziale per rivelarsi un gran millesimo, caldo e precoce, anche se soggetto a qualche accortezza nel prosieguo dell’invecchiamento soprattutto dei rossi.

Le previsioni sull’annata 2018

E il Borgogna 2018? Abbiamo buone notizie anche sulla prossima vendemmia. È quanto ci hanno dichiarato al Bureau Interprofessionnel. «L’annata 2018 si annuncia anch’essa precoce, ma di ottima qualità per l’intera regione produttiva, è il commento dell’ente di rappresentanza con sede a Beaune. Una buona prospettiva, ma non dimentichiamo il mese che ci separa alla raccolta delle uve: «Incrociamo le dita fino alla vendemmia, che potrebbe già iniziare alla fine di agosto».

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© Riproduzione riservata - 19/07/2018

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