Birra del Friuli Venezia Giulia, gusto di frontiera

Birra del Friuli Venezia Giulia, gusto di frontiera

Probabilmente e senza alcun torto la regione Friuli Venezia Giulia evoca agli appassionati di gastronomia ottimi vini bianchi, originali orange wines e calici di rossi ricchi di personalità che riempiono il taccuino dei ricordi di chi li ha provati e di chi ha soggiornato tra le sue colline vitate. Ora l’Unione europea pone maggiore attenzione a quest’angolo d’Italia attraversato dal confine tra la cultura del vino e quella della birra. Qui le radici affondano nella storia austro-ungarica e in celebri e antichi marchi, quali Dormisch e Momi fino ai più attuali Dreher, Theresianer e Moretti.

Foglie d’Erba ricorda Whitman

La Birra del Friuli non può essere scissa dal Birrificio Foglie d’Erba di Forni di Sopra (Udine), tappa obbligata di ogni appassionato dove, tra le Dolomiti della Carnia, opera Gino Perissutti. Arrivando dal Veneto, Forni è il primo paese che si incontra, in una zona ricca di fascino, confini linguistici e culturali, meta turistica d’inverno come d’estate. L’attività è nata affiancando l’albergo di famiglia e omaggia nel nome il poeta Walt Whitman. Qui al piano terra, tra pizzeria e bancone, Gino installò il primo impianto e ancora oggi si continuano a provare le sue creature profumate. Così inizia il nostro assaggio carico di aromi luppolati.

 

Foglie d’Erba

 

La Babél sa di primavera, la Hophelia scatena la passione

Emblematiche delle radici dei primi lavori sono la pulsante Babél e la rocciosa Hopfelia: la direttrice, netta e retta, quasi ferrata, è la medesima. Costituiscono entrambe un viaggio per amanti dei sentori del luppolo, che si interpone e sovrappone a matrici gustative pulite, scevre da imperfezioni. La Babél ha un suo percorso tonico e primaverile e nel sorso curva verso un timbro erbaceo fresco e slanciato, sempre in compagnia di uno sfondo fruttato e fresco. Un capolavoro di tonicità rinvigorente, come una cavalcata con il vento fresco in faccia.

La Hopfelia è entusiasmo e passione. Un autentico gioiello brassicolo che incorpora materie prime scelte attentamente e ha un fascino paragonabile a quello di una locomotiva a vapore, sempre attraente, in grado di lasciare i ricordi intrisi di fumi e aromi balsamici, espressioni delle resine e degli oli essenziali. L’assaggio evoca foreste di aghifoglie, prati alpini e dolci vapori di panificio.

Musicale Freewheelin’

Non potrete a questo punto evitare la musicale Freewheelin’, l’imperial Ipa di casa, dove quattro malti e sette luppoli si intrecciano in una beva attraente e intrisa di note profumate cadenzate che formano uno spartito di agrumi, evocativi mirtilli e spezie. Qualche passo nel centro del paese, in direzione delle seggiovie, e ci imbatteremo nello spaccio di Gino, soprastante il birrificio. La produzione è ampia, mentre la disponibilità è mutevole in funzione delle cotte (le cotture di grani e luppoli per ottenere il mosto, ndr) e delle stagioni. Si spazia in un diffuso spettro di stili e gusti birrai, dalle decise e acide Sour, alle morbide Ale fino alle classiche Pilsner. Oltre che acquistare le bottiglie potremmo visitare l’impianto e sorseggiare qualcosa alla spina.

 

Alcune bottiglie di Birra di Naon

 

Lasciatevi sedurre da Hot Night at the Village

Con un po’ di fortuna potreste trovare le ottime Porter Hot Night at the Village. Queste sono gradevoli e gratificanti nelle loro note tostate e di caramello in entrambe le versioni disponibili, classica e breakfast edition, dove le morbide sensazioni lattiche e di caramello sono affiancate da un confortante tocco di cioccolato.

Il beerfirm Birra di Naon

Scendendo in pianura, potremmo gustarci qualche tratto dell’Alpe Adria Radweg, percorso ciclabile transfrontaliero realizzato per ampi tratti lungo ex percorsi ferroviari, che unisce Salisburgo a Grado. Noi deviamo verso il Pordenonese a intercettare il presente e il futuro, birrifici consolidati e beerfirm, ovvero etichette senza un proprio impianto ma con proprie ricette, realizzate presso impianti altrui. La prima sosta prevede un passaggio a Pordenone presso il negozio di alimentari L’orto in città, dove trovare la Birra di Naon e non solo: Paolo Costalonga ha infatti concesso spazio nei suoi scaffali alle sue birre e a una buona parte della produzione artigianale regionale.

Blecs sugli scudi

Con etichetta Birra di Naon è da provare assolutamente la Blecs, una American Brown Ale raffinata e gustosa, ben bilanciata e in equilibrio tra le note dolci dei malti, qui affiancate dal grano saraceno, e le amaricature fornite dai luppoli, il tutto sostenuto da un fondo insospettabilmente speziato e fresco. Il finale è raffinato e intriso di note di frutta secca quali noci, mandorle e nocciole.

Il viaggio prosegue con: Villa Chazil, La Birra di Meni, Birra Galassia e l’Urban Farmhouse (in foto d’apertura).

 

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 02/2017. Per continuare a leggere acquista il numero nel nostro store (anche in edizione digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com.
Buona lettura!

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© Riproduzione riservata - 24/05/2017

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