In Italia In Italia Anita Franzon

I migliori Brunello 2011 e Riserva 2010 degustati in Anteprima

I migliori Brunello 2011 e Riserva 2010 degustati in Anteprima

È sempre un’esperienza vedere riunite le aziende di Montalcino nel chiostro di Sant’Agostino, complesso museale che anche quest’anno ospita Benvenuto Brunello. L’Anteprima è iniziata venerdì e si conclude oggi, lunedì 22 febbraio. Delle oltre 200 cantine iscritte al Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, hanno partecipato alla 24° edizione dell’Anteprima 127 aziende (tra cui 3 new entry). Tra i grandi assenti: Biondi Santi, Casanova di Neri e Siro Pacenti, che preferiscono ospitare giornalisti e appassionati direttamente in azienda. Protagonisti della manifestazione sono i vini introdotti sul mercato a partire dall’inizio del 2016: Brunello di Montalcino Docg 2011, Riserva 2010, Rosso di Montalcino Doc 2014, Moscadello di Montalcino Doc e Sant’Antimo Doc.

Brunello 2011, l’andamento climatico

Dopo un’annata considerata perfetta come la 2010, di cui erano presenti in degustazione le Riserve, anche la 2011, seppur con meno aspettative, ha regalato belle sorprese. Annata calda caratterizzata da una primavera asciutta, un’estate piuttosto torrida e un settembre ancora soleggiato, ha costretto a vendemmie spesso anticipate e ha messo alla prova le aziende di Montalcino che si trovano nei punti più caldi ed esposti al sole. La gestione della vigna è stata meno complicata, invece, per chi possiede vigneti ad altitudini più elevate e in zone ventilate. La qualità del Brunello, come degli altri vini, nasce innanzitutto in vigna, grazie a un meticoloso lavoro manuale e all’interazione dell’uomo con la natura, che a Montalcino è la grande protagonista. Il territorio comunale, area nella quale è permessa la produzione del Brunello, ha un’estensione di ben 24.000 ettari, dei quali solo il 15% è occupato da vigneti.

Le sorprese: dal Brunello al Rosso

Nonostante l’andamento climatico, molti produttori sono riusciti a conservare la freschezza e l’eleganza proprie del Brunello, inteso come varietà del Sangiovese. Sono infatti molti i vini che raggiungono i vertici qualitativi e hanno tutte le carte in regola per durare e migliorare ancora nel tempo. Ecco quali sono i nostri migliori assaggiNon solo vini austeri e da lunghi invecchiamenti: il Rosso di Montalcino Doc si distingue per i piacevoli profumi fruttati, la freschezza e tannini meno importanti, pur mantenendo le caratteristiche del Sangiovese e del territorio da cui proviene, qualità che lo rendono adatto per essere apprezzato da giovane e a prezzi decisamente più contenuti. Una segnalazione merita l’azienda Salvioni, che nel 2014 ha declassato metà della produzione a favore del Rosso di Montalcino: 8.000 bottiglie di grande classe.

biondi santi riserva 1975Fuori Anteprima al Greppo di Biondi Santi

Sono passati quasi 150 anni da quando, nel 1869, il Vino Scelto (Brunello) di Clemente Santi fu premiato dal Consorzio agrario di Montepulciano. Oggi, Il Greppo di Montalcino è un luogo sacro per gli amanti di questo vino, e noi abbiamo avuto la possibilità di partecipare a una degustazione tenuta da Jacopo Biondi Santi fuori dall’ambito dell’Anteprima e in compagnia della giornalista e scrittrice statunitense Kerin O’Keefe. In degustazione il Rosso di Montalcino Doc 2012, il Brunello di Montalcino Docg 2011, le Riserve 2010, 2004 e 1975, oltre ai campioni da botte delle Riserve 2013 e 2015, quest’ultima considerata una delle annate migliori degli ultimi cent’anni: «La 2015? È l’annata del secolo. La confronteremo con la 1888 fra 150 anni», afferma Jacopo Biondi Santi.

Riserve incredibili: dal 2010… al 1975

Se il Brunello 2011 si presenta già in tutta la sua eleganza, le Riserve colpiscono per il grande potenziale ancora da esprimere: 2010 e 2004 sono destinate a passare i 70 anni, ma a stupire è la Riserva 1975, poco più di 40 anni, ma con un’aspettativa di vita di oltre un secolo. Il colore è rubino intenso appena tendente al granato, profumi di rose appassite, confettura di more, vaniglia, cacao e tabacco e note eteree e speziate. In bocca il tannino conserva tutto il suo vigore, ma lo fa avvolgendo il palato, regalando corpo e accompagnando la struttura del vino ancora in grado di evolvere e continuare a dare il meglio di sé. Stesso equilibrio e stessa persistenza si ritrovano nella Riserva 2004.

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© Riproduzione riservata - 22/02/2016

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