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Il Barolo 1990 all’asta dei record di Sotheby’s

Il Barolo 1990 all’asta dei record di Sotheby’s

Nel mondo dei collezionisti ormai tutti sanno della mitica asta dei record dello scorso maggio a New York, ma quello che pochi conoscono è il ruolo giocato dai vini italiani, trainati dal Barolo 1990. Sotheby’s ha mandato all’incanto la cantina del noto collezionista americano William Koch e prevedeva un incasso tra i 10 e i 15 milioni di dollari. Invece ne ha incassati 21.856.686. Mai un’asta del vino aveva ottenuto un risultato simile. Tre giorni di incanto, 27 ore di offerte, 20.000 rilanci, 2.729 lotti e 740 partecipanti da 23 Paesi. Non c’è bisogno di dire che il “white glove”, il guanto bianco simbolo della vendita di tutti i lotti, in un’asta di queste proporzioni potrebbe rappresentare un giro di boa per il collezionismo del vino.

 

 

Dopo la Brexit

Nel 2016 la situazione finanziaria del mercato dei fine wines è cambiata. Scambiato in sterline, questo settore ha registrato un’importante crescita grazie alla flessione del 10% della moneta inglese dopo il referendum per l’uscita dall’euro. Il Liv-ex, l’indice finanziario del vino, ha fatto segnare un +6,7% e viaggia verso un +8-10% a fine anno. A spingerlo sono stati anche altri fattori. Il primo passa sempre da Bordeaux. La vendita en primeur dell’annata 2015 sta riscuotendo ottima critica al livello delle vendemmie 2009 e 2010, ma con prezzi più abbordabili. Bene ha fatto all’indice del vino anche qualche dato dell’Oiv sul mercato orientale. La Cina, infatti, ha aumentato gli acquisti di vino del +44% quest’anno, ma solo il +3% dei consumi. Segno che sono i wine merchant cinesi a stoccare in questo momento le grandi bottiglie.

Il Barolo 1990 all’asta

Con queste premesse si è svolta l’asta dei record. Non c’è bisogno di specificare che sono stati i vini francesi a occupare la scena. Tanto per divertirsi con qualche dato, il lotto più alto è stato quello di 10 bottiglie di Mouton Rothschild del 1945, aggiudicato per 343 mila dollari, oltre il doppio della massima quotazione. O quello di 6 magnum di Vosnée Romanée 1989 Cros Parantoux di Henri Jayer che ha fermato il martello a 171 mila dollari. O ancora le mathusalem di Romanée Conti vendute tutte sopra i 100 mila dollari. L’Italia si è difesa bene con Barolo e Barbaresco da una parte e Bolgheri dall’altra. A svettare però, influenzato anche dal report della Master of Wine Serena Suthcliffe, è stato il Barolo 1990.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 06/2016. Per continuare a leggere acquista il numero nel nostro store (anche in edizione digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com.
Buona lettura!

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© Riproduzione riservata - 12/01/2017

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