Bag in box

Bag in box

Inventata da un’azienda americana che detiene tuttora la leadership mondiale della sua produzione, la bag in box è stata fatta conoscere in Italia da uno spot televisivo imperniato su un tale che prima di servire il vino finge di stappare di nascosto una bottiglia mentre non ha né bottiglia né turacciolo. La caratteristica principale di questo contenitore alternativo, una borsa di plastica inserita all’interno di una scatola di cartone, sta proprio nello speciale tappo brevettato, richiudibile. Il ministero delle Politiche agricole ne ha recentemente previsto l’uso anche per i vini a Doc che ne facciano richiesta adeguando il disciplinare di produzione. In un Paese di formalisti bizantini come l’Italia, la decisione ha puntualmente destato scandalo: chi è contrario ritiene che non sia soltanto la qualità intrinseca ciò che determina il pregio del vino, ma anche la bottiglia di vetro. In realtà fino a 50 anni fa la maggior parte dei vini oggi a Doc veniva consumata sfusa. La bag in box almeno protegge il contenuto dall’ossidazione.


© Riproduzione riservata - 15/04/2010

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