In Italia In Italia Jessica Bordoni

Autochtona 2015. Anteprima a Milano con la Schiava

Autochtona 2015. Anteprima a Milano con la Schiava

Provincia che vai, autoctono che trovi. L’Italia è tra i Paesi con il maggior numero di vitigni locali e le etichette da uve tipiche costituiscono un importante trend di consumo. Per gli operatori di settore l’appuntamento di riferimento è Autochtona, il Forum nazionale dei vini autoctoni organizzato dalla Fiera di Bolzano. Ieri alla Casa Alto Adige – Dream Factory di corso Garibaldi a Milano si è svolta la presentazione ufficiale della dodicesima edizione, che si terrà dal 19 al 20 ottobre prossimi in concomitanza con la rassegna dedicata all’hotellerie e alla ristorazione internazionale Hotel (in programma fino al 22 ottobre e alla sua 39esima edizione).

Oltre 1200 visitatori e più di 300 vini nel 2014

Durante l’incontro è intervenuto il direttore di MesseBozen Reinhold Marsoner, ricordando i numeri premianti del 2014: oltre 600 espositori e 20.400 mila visitatori per Hotel; 316 vini presentati dalle 82 Cantine e oltre 1.200 visitatori specializzati per Autochtona. In attesa di assaggiare i vini protagonisti del Forum targato 2015, il giornalista enogastronomico Angelo Carrillo ha coinvolto gli ospiti in un tasting di quattro etichette di Schiava.

Focus sulla Schiava dell’Alto Adige

Autoctono a bacca rossa dell’area altoatesina, a lungo la Schiava è stata considerata un’uva dalle grandi rese. Oggi finalmente è protagonista di una rinascita qualitativa, con produzioni assai interessanti. Più che di una singola varietà, si tratta di una vera e propria famiglia di cultivar: Schiava grossa, piccola e grigia. Queste ultime due tipologie sono però ridotte a una superficie vitata di circa 20 ettari; mentre la Schiava grossa, o semplicemente Schiava, copre 839 ettari, pari al 16,1 per cento degli ettari a vite dell’Alto Adige; trenta anni la percentuale toccava il 68 per cento. Il volume prodotto ogni anno è di circa 900 mila bottiglie.

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Quattro Schiava a confronto

Il tasting – offerto dal Consorzio di tutela Vini Alto Adige e intervallato dalle pietanze preparate dagli studenti della scuola alberghiera Kaiserhof di Merano – comincia con Pfarrhof 2014, Alto Adige Lago di Caldaro Doc della Cantina di Caldaro. Siamo di fronte a un vino beverino, molto piacevole, poco tannico e di bassa acidità. Al naso si riconoscono piccoli frutti rossi, ciliegia, lampone, poi melograno, una lieve nota mentolata. Al gusto è intenso, con note di violetta e un finale ammandorlatao che è caratteristico del vitigno. Dalla Cantina di Merano arriva invece Schickenburg Graf von Meran, Alto Adige Doc, sempre vendemmia 2014. La Schiava del Meranese dà origine a vini più sapidi, minerali, nerboruti. Nel bicchiere si distinguono aromi di frutta rossa matura, con un tannino ancora vibrante e una bella acidità. Entriamo nell’area classica di Santa Maddalena con il Rondell 2014 del vignaiolo Glögglhof Franz Gojer. Qui c’è l’aggiunta del Lagrain (permesso fino al 15% dell’uvaggio dal disciplinare) che conferisce colore e struttura. è una Schiava più corposa, intensa, rotonda, di sorprendentemente persistenza. Chiude il quartetto l’etichetta Gschleier 2013 della Cantina di Cornaiano, più semplicemente noto come Girlan, dove crescono vigne fino agli 80 anni di età. Piacevoli note fruttate al naso a cui si aggiungono quelle di erbe balsamiche. In bocca è leggermente iodato, con un finale di frutta secca assai avvolgente, legato in parte anche all’affinamento in legno.

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© Riproduzione riservata - 22/07/2015

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