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Antium: Casale del Giglio riscopre il Bellone

Antium: Casale del Giglio riscopre il Bellone

Si chiama Antium – come Anzio, zona vocata per l’autoctono Bellone – l’ultimo nato di Casale del Giglio. La novità della Cantina laziale, bianco Lazio Igt al debutto con la vendemmia 2014, segna il ritorno di una varietà dalle radici antichissime, attestata fin dall’Antica Roma. Rinnovando l’attività di ricerca e sperimentazione che connota la produzione della famiglia Santarelli, dal fondatore Dino al figlio Antonio, che oggi conduce l’azienda.

Antium Casale del Giglio: una varietà antichissima

Il vitigno Bellone, tipico dell’area laziale, era già noto in epoca romana: lo si trova citato negli scritti di Plinio come “uva pantastica”. Era conosciuto anche come “uva pane” per la buccia dorata, spessa e consistente; il Bollettino Ampelografico del 1881 lo riconduceva ai Belli, gruppo di vitigni diffusi nel territorio romano, anche se il Bellone è caratterizzato da grappoli di maggiori dimensioni. Il vino di Casale del Giglio si caratterizza per la macerazione sulle bucce, che favorisce l’estrazione degli aromi, e la fermentazione spontanea con lieviti indigeni per circa 10-12 giorni.

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Antonio Santarelli di Casale del Giglio

Trent’anni di ricerca nell’Agro Pontino

La riscoperta di questo autoctono avviene in una data importante per l’azienda vitivinicola: oggi ricorrono i trent’anni dell’importante progetto di sperimentazione intrapreso da Dino Santarelli e proseguito con la medesima passione dal figlio Antonio. Un’attività che riguarda quasi 60 vitigni diversi, condotta in collaborazione con l’enologo Paolo Tiefenthaler, direttore tecnico dal 1988. Si cominciò con l’introdurre nell’Agro Pontino varietà provenienti da Bordeaux e da altre zone viticole vocate – da Cabernet Sauvignon a Petit Verdot, Syrah, Tempranillo, ma anche i bianchi Chardonnay, Viognier e Petit Manseng. Cinque anni fa la sperimentazione si è estesa all’isola di Ponza, con la riscoperta della Biancolella (vitigno di origine campana, importato in Lazio nella metà del Settecento) e la nascita del vino Faro della Guardia.

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© Riproduzione riservata - 20/08/2015

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