Amarone contraffatto: quattro aziende coinvolte

Amarone contraffatto: quattro aziende coinvolte

Nuovo punto segnato contro la contraffazione di vini di qualità, in particolare di Amarone della Valpolicella. A un anno e mezzo dall’avvio delle indagini, le vicende dell’Amarone contraffatto si chiudono con tre istanze di patteggiamento, una richiesta di rinvio a giudizio e un decreto penale di condanna. Un’operazione da 3 milioni di euro che ha coinvolto quattro aziende, accusate di aver contraffatto e venduto migliaia di bottiglie di Amarone della Valpolicella, dai nomi “Argento” e “Villa Serafin”, commercializzate nel corso 2016 e 2017 dall’Azienda Mondello Wines Srl di San Bonifacio (Verona).

Amarone a 8,49 euro?

A insospettire le autorità nel novembre 2016 sono stati alcuni vini Amarone distribuiti in alcuni punti vendita Auchan del nord Italia a un prezzo eccessivamente basso di 8,49 euro, con riferimento a un imbottigliatore fantasma denominato Vini Valli Verona Srl. La polizia giudiziaria ha proceduto immediatamente al sequestro del prodotto ancora presente sugli scaffali (205 bottiglie), mentre la catena di ipermercati ha provveduto a ritirare il prodotto da tutti i suoi punti vendita interessati e a richiamare il vino già venduto.

Le indagini e il legame con Vini SCIC

L’organismo di certificazione Siquria di Soave e l’istituto Poligrafico e Zecca dello Stato hanno svolto le prime verifiche tecniche sulla merce sequestrata. scoprendo sotto alcune capsule la presenza di una seconda capsula, con un codice (ICRF VR/2924) riconducibile alla Cantina Vini SCIC Srl di San Bonifacio. Si tratta di una società in liquidazione, appartenente ad una famiglia di noti viticoltori della zona.

Perché si tratta di Amarone contraffatto

Si trattava dunque di un vino contraffatto, in quanto non riconducibile all’Amarone della Valpolicella, per inosservanza del limite di alcol effettivo minimo di 14% e per l’assenza dei caratteri tipici. Bensì un vino con provenienza geografica individuabile in parte nel nord o centro Italia, e in parte nel sud Italia (Primitivo). È stato accertato inoltre come anche le fascette riportanti il Sigillo di Stato apposte sulle bottiglie fossero totalmente contraffatte. L’attività ha anche permesso ai carabinieri di individuare un altro filone di commercializzazione di Amarone Argento 2008 su mercato estero.

Patteggiamenti, rinvii a giudizio e condanne

L’indagine è stata diretta dal pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti e condotta dai carabinieri forestali del Nipaaf e delle stazioni forestali di Verona e Tregnago, con i colleghi di Vicenza guidati dal colonnello Isidoro Furlan. L’attività investigativa si è conclusa con tre istanze di patteggiamento (del legale rappresentante dell’Azienda Agricola Desmontà Sas, del legale rappresentante di Mondello Wines Srl e del legale rappresentante di SM Import Srl), una richiesta di rinvio a giudizio (del legale rappresentante di Mondello Wines Srl) e un decreto penale di condanna (del legale rappresentante di Your Drink Sas).

Il Consorzio Vini Valpolicella prende le distanze

«Noi eravamo a conoscenza dell’indagine in corso e siamo ovviamente felici del buon esito dell’operazione» ha commentato Olga Bussinello, direttrice del Consorzio Tutela Vini Valpolicella. «Precisiamo che l’azienda veronese responsabile della contraffazione e vendita di migliaia di bottiglie di vino e Amarone della Valpolicella è stata sospesa dal Consorzio già 4 anni fa per condotta contraria allo statuto consortile, che obbliga tra l’altro i soci al rispetto di un codice deontologico rigoroso».

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© Riproduzione riservata - 09/05/2018

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