Abbinamento

Abbinamento

I francesi lo chiamano mariage, Luigi Veronelli lo definiva, con una felice espressione, matrimonio d’amore. Quand’è riuscito, l’abbinamento del vino al cibo è la sublimazione dell’uno da parte dell’altro, e viceversa: proprio per questo è un’arte sottile, l’espressione di una complessa cultura. Arte e cultura che oggi purtroppo sono fuori moda: del vino si parla (si scrive) sempre più abbondantemente, con descrizioni minuziose che scendono nei dettagli più tecnicistici, ma del suo rapporto con il cibo ci si occupa sempre più raramente. Ci si eccita soltanto quand’è trasgressivo: come in un club di scambisti, si cerca il piacere proibito (ma da chi?) del vino rosso abbinato al pesce e del bianco alla carne. Forse perché è proprio l’istituto del matrimonio che è in crisi? Ma allora sarebbe stato sostituito dalla coppia di fatto. No, è un effetto della colonizzazione culturale dell’Italia da parte degli Stati Uniti: là il vino si beve per sé solo, non pasteggiando. E noi copiamo. Rinnegando duemila anni di storia.


© Riproduzione riservata - 15/04/2010

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